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CHIARA BERTINO MULTITASKING

Chiara Bertino,
tanto per conoscerti citiamo solo alcune prestazioni estrapolate dal tuo ricco palmares:
Nel 2016 vincitrice Maratona Alpina Val della Torre e Trail Oasi Zegna, 10ma alla CCC, terza Trail Monte Casto e Cervino Xtrail, nel 2017 terza alla Meremontana, quarta alla TDS, seconda a International Trail Lago Maggiore, nel 2018 decima e prima italiana alla Grantranscanaria, seconda a Ultrabericus, prima a Valsusa trail e Trail via del Mare.

Moglie , mamma di due figli adolescenti, medico anestesista , nutrizionista sportiva e poi ULTRATRAILER , come si conciliano i tuoi ruoli sociali e non:
La parola chiave è passione e organizzazione. Se vogliamo fare una cosa, troviamo lo spazio per farlo!

E poi penso che tuo marito Stefano , un Gigante per altro (finisher TOR 2016 e parteciperà al TOR 2018) contribuisca all'organizzazione non solo familiare:
Mio marito è un santo, sia per quanto riguarda la gestione famigliare, sia per quanto riguarda il suo livello di mia sopportazione, specie in fase pregara !

Quando è scattata la molla delle lunghe distanze e comunque come hai iniziato a correre ?
Ho iniziato per caso nel 2011, per scaricare le tensioni derivate da alcuni problemi. Il giro lungo era di 10 km intorno a casa mia, e mi pareva eterno. Di lì la partecipazione ad una mezza maratona, mi sembravo una ganza !! Ho visto che era una bella festa, e allora ho deciso che avrei fatto gare. Poi la scoperta di una forte componente competitiva, quando ho il numero attaccato le gambe girano più veloci!
Il passaggio alle gare di montagna è stato facile, ho praticato per anni alpinismo da ragazza.
all'inizio gare sui 20-30 km, poi sempre più lunghe, per arrivare agli ULTRA ; insomma, 10 anni fa avrei visto come un marziano uno che correva 20 km ed ora eccomi qua io stessa a farne 130 !!!

Tutto nasce dalla passione per la montagna?
Si grande passione, e le mie origini arrivano da li.

Quanto la sinergia con il coach Sergio Benzio e il suo team sport2win ha contribuito al miglioramento delle prestazioni e alla gestione delle gare, premesso che su quest'ultimo punto come alimentazione e idratazione ne hai da raccontare.
Ho conosciuto il Coach per caso. Avevo 41 anni, avevo fatto il Mezzalama, e volevo vedere dove e se potevo migliorare. Grande personaggio, all'inizio un po' di difficoltà a capire i suoi allenamenti. Poi ho iniziato a seguire le sue tabelle come una svizzera, e infatti credo di essere proprio una sua creazione.
Il gruppo fa tantissimo, stimola, aiuta, invoglia, consola, ride e piange con te.

E poi quest'anno arriva la convocazione in Nazionale.
Come è avvenuta la convocazione e in seguito a qualche gara e prestazione specifica?

Era l'ultimo dei miei pensieri, a dire il vero ero convinta che esistessero dei limiti di età, quindi ho partecipato ad una gara qualificante perché mi era logisticamente comoda, e per mettermi un po' alla prova con le forti , ero in forma, bella gara, bella giornata, ho fatto un buon tempo, avevo la mente libera perché non mi aspettavo davvero nessun risultato ; è stato bello, emozionante..

Dal correre per se stessi o per la Podistica Torino a indossare la maglia azzurra immagino ci sia una differenza di peso : emozioni, senso di responsabilità, privilegio .
Si. La gara dei Mondiali è stata molto sofferta, ero troppo carica emotivamente, ho preso tutto troppo sul serio (è uno dei miei difetti). Non ho fatto il risultato che avrei dovuto, mi sarebbe bastato fare come la prova del percorso per togliere un'ora e mezza al tempo di gara ; insomma, giornata no, gambe dure, fiato corto, mille pensieri negativi.
Ho realizzato che la vita del professionista è davvero dura, e forse non fa per me, che a 46 anni faccio il rianimatore da 20, ho due figli, e una vita intensa. Il tempo che trascorro ad allenarmi e a correre deve essere divertimento, fatica, passione, voglia di migliorare ma per me stessa!

E poi correre ai mondiali di corsa in montagna HAI DOVUTO CORRERE SEMPRE? , raccontaci l'aneddoto?
Eh si...nei trail in Italia spesso vinco, e arrivo nei primi 10 assoluti...e vedo tanta gente che cammina. Ai mondiali ero nel gruppo di metà, e tutti correvano, a volte avrei voluto riposarmi un pò e camminare ma mi vergognavo, erano tutti veloci! Fuori dall'italia il livello di questa disciplina è molto alto, forse conta quanto le altre nazioni investano nei loro atleti. Ci vuole molto tempo per allenarsi bene per un ultra, tanti km da percorrere, e sicuramente qui da noi non ci sono professionisti o agevolazioni di alcun tipo.

Ma veniamo allo sponsor CMP e la VS collaborazione non solo dal punto di vista tecnico ma anche alimentare : contatto iniziale, team cmp , collaborazione nutrizionale , progetti ecc.
CMP è un brand in forte crescita. La nostra collaborazione è nata dopo il CMP trail, ero arrivata seconda dopo la grande Silvia Rampazzo, ed è arrivata la proposta di sponsorizzazione. Poi la collaborazione per la loro linea food, dopo il mio master in nutrizione sportiva.
Con il loro gruppo si lavora bene, sono seri, professionali, attenti a tutte le esigenze. Sono stata molto fortunata ad incontrarli!

Quale competizione ti aspetta?
Dopo i mondiali ho ancora corso la Lavaredo, ma mi sentivo già molto stanca, ero al terzo ultra dell'anno. Mi sento un po' scarica, quindi per quest'anno ancora qualche garetta (non oltre i 50-60 km), un po' di velocità in salita, tanti allenamenti, voglia di migliorare, ma senza troppi programmi gare...forse una maratona in autunno

Dal punto di vista della corsa , hai un sogno nel cassetto?
UTMB!!!

Grazie Chiara , ma adesso facciamoci una birretta e telefoniamo al coach per chiedergli se possiamo fare una sgambettata insieme (ovviamente al mio passo!)

runnerpillar.com, 19 luglio 2018

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