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Trail Castelsardo

25 km circa con 1300 di dislivello.

Si parte dal centro storico e subito si sale con scalini e strappi oltre il 15% e siamo sul bitume, una strada bianca porta su una collina e inizia l?impenetrabile macchia mediterranea .
Occorre attraversare un canneto con la vegetazione alta un paio di metri e non esiste una traccia vera e propria.
Si attraversano rivoli di acqua che si ripresentano diverse volte lungo il percorso .
Si attraversano terreni privati delimitati da cancelli serrati con corde in cui è consentito accedere; occorre richiuderli con attenzione affinché non scappino gli animali da gregge presenti.
Si entra nei territori dei pascoli , si alza la
mano si saluta e si prosegue , i greggi si spostano e sarà Sansone , un maremmano bianco e maestoso e far compagnia per tre quattro, chilometri lungo tutta la boscaglia per poi tornare indietro all?uscita :
un gioco il saltare fra le rocce e la vegetazione , le radici e la sicurezza di allontanare il foresto dal gregge, scorci di mare si intravedono fra i fitti cespugli, fuori dal bosco si cambia versante e si attraversa la provinciale.
Inizia una carrareccia che si infila nell? onnipresente macchia mediterranea, un sentiero inventato e balisato sapientemente dai trailers del posto
Qui le balise sono le BAMBOLINE, pietre accatastate abbastanza grosse per resistere al passaggio dei numerosi cinghiali. Il bambolinare è un arte, è conoscenza del territorio e conoscenza di chi correndo deve intercettare anche al buio il percorso corretto, la bambolina deve essere visibile a distanza ogni tot di metri e con una logica di chi guarda correndo. Da un giorno all?altro la vegetazione si modifica il terreno è grufolato dai cinghiali, il vento modifica il verso degli arbusti.
Inizia il tratto più impervio con un bel 300 metri di dislivello su meno di un km, un single track inventato tra le rocce a suon di cesoie e falcetto per sfoltire i cespugli più spinosi.
Orge di profumi accompagnano la salita a carponi; ci si intrufola fra cespugli di mirto, gisto, ginepro e piante grasse aggrappate alle rocce.
Mai un passo sarà uguale all?altro e sullo spiazzo la vista mozzafiato sull?Asinara e il profilo della Corsica , le Bocche di Bonifacio, si scende tra le rocce maculate di giallo, arancione e verde; impossibile correre si costruisce ogni appoggio, ogni salto e il mare sembra a due passi li che ti aspetta per un tuffo. Strapiombo e ancora bosco, canneti e strada bianca finalmente un paio di km
corribili ti portano sulle rocce sopra il mare; la caletta di sabbia bianchissima, deserta, mare cristallino.
Una rinfrescata, le spine si staccano e i graffi bruciano.
Altro saliscendi e il pianoro offre la vista del parco eolico di Sedini con le sue enormi e sibilanti pale, forse deturpano il panorama ma comunque rendono la vista surreale con il sole che inizia a scendere e si specchia sulle pale.
Non esistono punti di acqua potabile, il terreno è inospitale e il clima non da meno; percorso tecnico dove si incontrano traversi scivolosi, terriccio secco dappertutto; pochi chilometri ma tanto tempo in
mezzo a una natura che comanda, i bastoncini vengono riposti dopo i primi chilometri si capisce fin da subito che occorrono le mani per spingere, aggrapparsi, strappare, disfare e fare nodi; durante il percorso si incontrano tre nuraghi, diversi muri nuragici e massi pre nuragici, una ventina di km tra storia natura e running (poco) ; ultimi salti sugli scogli e si intravede la città vecchia e ancora un 150 metri di dislivello fra scalini e strappi e l? arrivo al castello è davvero una conquista !

Per info https://www.facebook.com/traileroadrunners/
maurizio garassino, 14 giugno 2025

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