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Pioniera delle Ultra

Ed eccoci a sfogliare "Correre" anno secondo, n. 9, febbraio 1982. Solo a guardare la copertina siamo proiettati in altri tempi. Ed erano altri tempi.

Sandro Pertini era stato appena nominato presidente della Repubblica, l'Italia vinceva i mondiali, la mafia uccideva il Generale Dalla Chiesa, Rambo 1 veniva proiettato nelle fumose sale dei cinema.

Ci imbattiamo in un articolo che parla della "professoressa" una pioniera dell'ultra running, un nomignolo interessante, una figura altrettanto interessante: Giuliana Frigero.
"Professoressa lo è realmente" così recita "Correre" e prosegue "alle corse ci è arrivata nel 1977 con la Torino Saint Vincent"

Ma davvero inizia con una 100km? Ci dica la verità, siamo nella preistoria dell'ultra running e non riusciamo a scavare così indietro online!
È iniziato tutto perché io lavoravo come insegnante d'Inglese all'istituto Fellini e la professoressa di Educazione Fisica che doveva accompagnare le classi per i primi 10km della Torino Saint Vincent stette male, allorché il preside che sapeva che io andavo e tornavo tutti i giorni a piedi da scuola mi chiese se potevo accompagnarli io. Detto fatto, solo che percorsi i primi 10 km, stavo così bene ed ero così di buon umore, che ho detto a mio marito, ma senti io proseguo, così ho fatto la mia prima 100km.

Tutto questo ce lo racconta con una naturalezza disarmante, e alla domanda "ma come si è alimentata?", ci risponde:
ah, c'erano i ristori!

Altro che sali, maltodestrine e polverine magiche di oggi, pazzesco! Vi invitiamo a fare di nuovo un passo in dietro, a focalizzarci su quei tempi, nei Jukebox suonava "Jenny" primo singolo di Vasco Rossi, nasceva Apple secondo, il primo personal computer di successo venduto a pochi fortunati e internet era un mondo inaccessibile ai più. L'ABORTO IN ITALIA ERA ANCORA REATO, smise di esserlo nel 1978.

In tutto questo Giuliana Frigero, decide che per lei correre è una cosa irrinunciabile. Come succede e come mai subito questo amore per le lunghe distanze? Abbiamo un racconto da un insider trader di una maratona di Torino dove lei chiude l'evento scortata da vigili e polizia.

Ci racconti...
Sì è vero, io seguivo il mio passo. Ma non ho mai dovuto ritirarmi, camminavo in montagna e questo mi è servito a fare la gara sullo Chaberton, la 3 seggiovie a Sestriere. Ogni domenica era ora.

Per cui come si allenava? Che tabelle seguiva?
Ah niente, in settimana camminavo per andare a scuola e la domenica c'era una gara.

Credeteci i trofei e le medaglie in casa Frigero non mancano e anche i piazzamenti, come il terzo posto alla London-Brighton 86km.

Ci racconti un po' come si organizzava? Vienna, New York, come si alimentava?
Le ho detto c'erano i ristori, solo a Londra è stato un problema, erano un po' scarsi e ho dovuto prendere una bottiglia del latte di quelle che consegnavano fuori dalle case.

Incredibile, non voglio immaginare come sarebbe andata a finire con noi Runner moderni dagli stomaci delicati. Sono passati 44 anni, ma sembra passato un secolo e verrebbe da domandarsi se tutte le nostre dotazioni alimentari e materiali tecnichi siano davvero necessari o se siano frutto di un lavaggio di cervello.

Sempre sfogliando le pagine di quel fantastico numero di "Correre" non possiamo a fare a meno di buttare gli occhi sulle pubblicità di calzature scarne, suole bassissime e tomaie pesanti, nomi quasi dimenticati come Hi-Tech e Patrick, per fortuna non mancano i primi modelli di Asics e Nike, la cosa un po' ci tranquillizza. I nostri armadi scoppiano di modelli dai nomi apocalittici e dai materiali spaziali.

Lei con che scarpe correva? Qual era il suo abbigliamento ideale per affrontare le sue lunghe corse?
Vicino a noi c'era la fabbrica della Superga andavo lì a comprarle.

Punto. Poco da dire, donna e tempra d'altri tempi.

Se le dico Passatore?
L'ho fatto tre volte, lì fu l'ultima volta che mio marito, Teodoro, per noi Teddy, mi accompagnò in queste avventure, ci fu un'incomprensione, gli chiesi di portarmi una tuta, io intendevo la giacca e lui mi portò i pantaloni (se la ride), io mi arrabbiai e lui mi disse: "questa è l'ultima volta che ti accompagno!"

Torino-Milano, varie partecipazioni alla 3 giorni di Arenzano e alla 4 giorni di Foglizzo, la 24h di Torino, se n'è tolte di soddisfazioni, che altro ci dimentichiamo? Record?
Il mio record su una 24h. è di 190km, ma il ricordo più divertente che ho su questa distanza è di quando in Germania aiutai 3 militari a portare i loro zaini fino a fine gara e pubblicarono una mia foto all'arrivo accompagnata da loro con le bandiere!

Come riusciva a conciliare allenamenti e gare da madre di 3 figli e professoressa? A noi può dirlo siamo dalla sua parte.
Gliel'ho detto, in settimana mi allenavo andando a lavoro e la domenica le gare, mio marito mi ha sempre accompagnato volentieri e anche i miei figli.

E dire che ci sono certe male lingue che sono pronte a dire che venivano rapiti per intere giornate!

Giuliana Frigero corre fino all'età di 82 anni, oggi ne ha 85 e non li dimostra, ama ancora fare qualche passeggiatina di 10km!

runnerpillar.com, 23 gennaio 2025

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