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Esco dall?albergo. Finalmente, grazie all?ora legale, il sole è ancora abbastanza alto e alle 19:00 c'è ancora parecchia luce. Quale migliore occasione per infilarsi le scarpette e uscire a correre?
La settimana passata mi ero dedicato allo sci di fondo a Goms (Vallese): oltre 76 km in due giorni. Adesso si riprende a correre: sto preparando infatti la COURSE DU MONT TERRIBLE, una gara montanara che avrà luogo il 14 aprile nel Canton Jura. Si tratta della prima gara montanara della stagione e desidero prepararla bene.
Mi ritrovo sulla strada principale del piccolo paese di Aubonne, vado a guardare i cartelli gialli (indicanti i percorsi campestri svizzeri), decido di correre in direzione Morges e avvio le gambe. Subito una gran discesa. Cerco di correre poggiando di pianta e in men che non si dica mi lascio Aubonne alle spalle in alto. Non so di preciso dove sto andando, mi interessa soltanto correre e stare attento alle indicazioni. Sono posti nuovi e decisamente meravigliosi.
Sono tutte salite e discese. Passo vicino ad un fuoco ardente e il terreno diventa sterrato e in salita.
Alzo le ginocchia e corro in scioltezza. Mi sforzo di dare il meglio di me.
Quando cominciano le discese ripide mi rendo conto che corro col freno a mano: mi sto sforzando, proprio così sforzando, e non corro più leggero. Dopo 2-3 ecco che il mio cervello passa un messaggio ai piedi e inizio a correre appoggiando il tallone. Ecco che la discesa si fa più veloce e riacquisto la leggerezza. Arrivo al paesino di Yens, arrivo in cima alla salita, passo per le belle vie principali e poi arriva il momento di tornare indietro.
Vedo un gattino seduto su una fontana, gli mando un bacino. Lo vorrei accarezzare ma non c'è tempo.
Torno sui miei passi.
Riaffronto le salite (ora discese) correndo appoggiando il tallone. Non sento male come invece accadeva prima: i muscoli sono rilassati non più contratti. Asfalto o sterrato adesso non hanno più importanza.
Arrivato ad un bivio sbaglio strada, fortunatamente me ne rendo conto quasi subito e torno indietro. Arrivato al bivio successivo mi rendo conto che non sarebbe stata una deviazione troppo drammatica, ma non sapendolo...l
Lo sterrato ripido di prima adesso è una bella discesa. Corro facendo attenzione (l?erba può nascondere buchi o pietre), il fuoco arde sempre allo stesso punto... ripasso in mezzo ad una specie di camping, con gente che gioca a bocce. Li saluto e proseguo.
Ecco che rivedo Aubonne lassù in alto, come una unica fortezza. Abito in un bellissimo paesino per questi cinque giorni.
Domani sera torno a correre e chissà quanti altri posti scoprirò.
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