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Scritto da SERGIO BENZIO
Personal Trainer per le atlete ed atleti "orange" che vogliono avvalersi della sua consulenza; laureato in Scienze Motorie presso il SUISM (Scuola Universitaria Interfacoltà in Scienze Motorie) con 110 e lode. Opera in diversi ambiti sportivi, ed è esperto in valutazione funzionale e biomeccanica del ciclismo, istruttore federale FIDAL Atletica Leggera, Maestro di sci di fondo, preparatore atletico ed Allenatore 2° livello FISI ed istruttore di Nordic Walking.
Mi è stato chiesto di scrivere qualche riga sul perché credo, come tecnico ora e come atleta anni fa, nell'utilizzo del cardio frequenzimetro e dei parametri individuali di frequenza cardiaca per controllare e regolare l'allenamento sportivo in attività aerobiche.
Credo intanto che sia obbligatorio evolversi nel mestiere di allenatore per seguire al meglio le persone che si allenano, le quali a loro volta vengono a conoscenza delle nuove tecnologie a disposizione per l'allenamento e chiedono lumi sul loro utilizzo. Pertanto ritengo che nel 2018 non si possa ignorare la presenza di tali tecnologie e nemmeno negarne l'utilità, piuttosto sarebbe meglio ammettere che non usarle risulta più semplice, anche viaggiare a piedi fu, ed è ancora molto semplice, ma quando qualcuno inventò la ruota e si pose il problema di come utilizzarla, l'umanità fece "qualche" passo avanti.
In aggiunta a questo sento ancora dire e leggo un po' ovunque che i migliori atleti e i migliori allenatori NON utilizzano il cardio frequenzimetro, beh sapete cosa penso, che sbaglino! Intanto questo può essere parzialmente vero solo per ciò che concerne alcune corse dell'atletica perché in tutti gli altri sport aerobici lo si usa ad altissimo livello da decenni (Ciclismo, Sci di fondo, Canoa, Canottaggio, ecc. ). Venni a contatto con queste tecnologie agli albori, durante il periodo in cui lavoravo come tecnico all'istituto di medicina dello sport di Torino, iniziarono ad arrivare i primi Polar quasi dei "televisori" da polso con delle fasce pettorali di plasticaccia, iniziai ad utilizzarli e a dare un significato pratico a ciò che vedevamo durante i test fisiologici degli atleti, quei test che si sono sempre fatti, ancor prima dell'avvento del cardio frequenzimetro, ma i cui risultati, fino a quel momento non potevano essere utilizzati sul campo dagli atleti. Per me semplice atleta e semplice impiegato tecnico fu una rivoluzione! Capii in quel momento di essere di fronte ad un passo avanti epocale nell'ambito della comprensione e del controllo della fisiologia umana durante la pratica sportiva, questo feroce interesse di dare un significato e utilizzare questi dati mi fece capire che questo sarebbe stato ciò di cui avrei voluto occuparmi nella vita, il mio lavoro.
Sappiamo ormai bene che a determinati indici di sforzo corrispondono delle frequenze cardiache individuali e che che proprio per questa individualità vanno "maneggiati" durante l'allenamento per regolarlo al meglio per ogni atleta. Il cardio frequenzimetro è il contagiri del motore umano e come tale va utilizzato, a seconda di quale caratteristica del motore vogliamo allenare avremo dei range di "giri" da utilizzare per calibrare lo sforzo in base alle finalità della seduta di allenamento e agli obiettivi agonistici . Già solo quest'ultima frase dovrebbe essere illuminante e potrebbe concludere qui il discorso ma non è così e anzi inizia la complessità e, secondo me, il fascino e l'utilità di questo piccolo strumento.
Credo che attraverso l'utilizzo dei dati personali di frequenza cardiaca si possano fare incredibili passi avanti nella comprensione dei propri meccanismi fisiologici. Diventiamo, come fruitori consapevoli di questo strumento, parte fondamentale della costruzione delle nostre performance sportive, come allenatori diventiamo ingegneri motoristi , acquisiamo la pesantissima responsabilità di regolare motori umani, questo piccolo strumento diventa soggetto carico di etica, ignorarlo non è etico, utilizzarlo in modo incompetente lo è meno ancora . Quale può essere il percorso per utilizzare al meglio questa tecnologia da parte di tutti? Ora il discorso si fa complesso, alla base ci deve essere una valutazione dei parametri individuali di frequenza cardiaca ai vari livelli di sforzo, il TEST. Ci sono varie tipologie di test che vengono utilizzati a questo scopo io personalmente ritengo che il migliore sia quello che determina la curva del lattato. Il test deve essere maneggiato da professionisti, non solo competenti nel merito, ma anche con grande esperienza in questo tipo di valutazioni sia per la necessaria personalizzazione del protocollo esecutivo sia per lo studio accurato dei valori risultanti dal test e della curva che essi formano messi in relazione fra loro. Effettuato ed analizzato il test si fornisce allo sportivo un report contenente il succo di tutto, ovvero i vari range di frequenza cardiaca da controllare durante l'allenamento, a mio avviso, questi range andrebbero spiegati uno ad uno all'atleta in quanto la comprensione profonda del loro significato permetterà un utilizzo più consapevole e quindi ottimale dei dati durante l'allenamento.
Durante la stagione agonistica o comunque durante l'anno possono variare gli obiettivi personali perciò varierà anche il significato da dare ai vari range di frequenza cardiaca, queste sono e cose che rendono complesso l'utilizzo dei dati in modo ottimale. Inoltre i parametri, rispecchiando il comportamento del nostro sistema in toto e non solo quello di un motore, andranno interpretati anche in base agli eventi che si susseguono nella nostra vita di tutti i giorni, malesseri, stress, fatica ecc. Questi accadimenti insieme al carico dell'allenamento creano degli adattamenti sia cronici che acuti dei parametri: questa è la ragione per cui lo sportivo deve essere utente consapevole del cardio frequenzimetro. "Allora non lo uso ! Vado a sensazione"; "Macchè cardio c'è il passo al km come parametro pilota!"; "Ma si poi la fascia mi da pure fastidio"; "In gara mi condiziona! E poi a che serve in gara!". Frasi tipiche che gettano la popolazione sportiva nel buio del medioevo dell'allenamento, ma che sentiamo spesso in ambiente amatoriale e non solo!
Quindi per concludere sostengo con forza l'utilizzo del cardio frequenzimetro, deve essere un utilizzo consapevole, perciò iniziato con la guida di professionisti esperti nel merito, è uno strumento e come tale va utilizzato, perciò non deve condizionare in alcun modo la mente, è un aggeggio da cui escono dati utilissimi per l'allenamento e stop, quindi lo si può usare o non usare ma l'importante è semplicemente NON ignorarne l'esistenza.
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