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Grazie Giulia di aver condiviso con RP questo racconto. Ti aspettiamo più forte di prima!
Mancano tre giorni all'intervento di estrazione del chiodo. È stato un processo durato un mese e nove giorni.
Questo stop mi ha insegnato tante cose e mi ha fatto riscoprire aspetti della mia vita che avevo quasi dimenticato.
Partiamo dal presupposto che lo sport è la mia vita, lo sport è vita! In questi anni sono entrata nel loop degli allenamenti, senza alcuna accezione negativa, anzi un'opportunità per migliorare sotto tutti i punti di vista; sono comunque grata di "questo percorso" perché ho avuto modo di dedicare più tempo ad altre cose della mia vita. Il 31 maggio dopo l'incidente, ho dovuto affrontare una situazione di distacco dal mondo che mi ero creata. Lo ammetto che non sia stato facile; un po' di lacrime, il dolore, le limitazioni di ogni genere ma ho accettato la situazione e con la serenità nel cuore ho affrontato la situazione. Un po' il carattere, un po' la mentalità da atleta di endurance e la grinta, la determinazione e la resilienza sono emerse; sono riuscita a trasformare questo periodo in uno dei periodi più intensi a livello emotivo della mia vita.
Ritrovarsi quella mattina, sola con me stessa nel mio appartamento a dover far fronte alla vita ordinaria è stata una bella sfida. Faticoso farsi la colazione, tutto complicato, nulla è più scontato. Mi sono re-inventata e ogni piccola azione è diventata una piccola sfida. Non riuscire a camminare e anche solo il giro dell'isolato era una conquista. Per me che scalavo montagne, per me che avrei pedalato per 8-10 h di fila, nuotato, corso e ballato.
Un po' d'ingegno e ho trovato tutte le opzioni possibili immaginabili. Voglio condividere questa esperienza perché ne vale la pena, perché anche quando pensi di non farcela alla fine ci riesci! Quindi, sportivi miei non c'è dolore, infiammazione, rottura, che non possa passare, tutto passa l'importante è non perdere la grinta, la volontà e soprattutto la felicità!
Ho voluto prendere questa situazione, rivoltarla come un calzino e guardandola dritta negli occhi le dissi: farò di te l'esperienza più ricca che mi sia capitata! Ho riscoperto gli affetti, le amicizie e anche il caffè al bar preso con calma scambiando piacevoli chiacchiere. E' stato bello conoscere "persone nuove" e avere il tempo di ascoltarle.
Siamo alla fine del punto -100 e all'inizio del punto 0 e facendo il bilancio di quello che ho provato e di quello che ho guadagnato e vinto in questo tempo vi posso assicurare che ho vinto! Sono uscita vittoriosa, ho vinto la riscoperta di un benessere interiore e la riscoperta degli affetti; sono veramente grata a tutte quelle persone che mi hanno accompagnato in questo cammino.
A mia madre, che ha fatto la madre, cosa non cosi' scontata.
A mio padre, che dopo 10 anni ha ritrovato una figlia responsabile e matura che vive sotto lo stesso cielo.
Alla mia cara amica, che negli ultimi mesi si è rivelata un pilastro fondamentale, la mia sorella maggiore. Una delle poche persone che ho lasciato entrare nel mio cerchio. Grande intesa e quando le cose non vanno come vogliamo, andiamo a prendercele. Il giorno che mi ha accompagnato a fare l'intervento era più agitata di me si vedeva lontano un miglio; mi ha infuso comunque una grande tranquillità.
Alla mia compagna di sventura che mi ha rasserenato fin dal primo momento; merita un ringraziamento speciale. Lei che mi ha sempre capito, qualcosa ci accomuna. Lei era presente durante l'incidente; lo sguardo che ci scambiammo appena dopo l'urto rimarrà indelebile nella mia mente. Uno sguardo di aiuto, di conforto e di supporto. Ricordo ancora come le stringevo il braccio e la mano per il dolore atroce che avevo alla gamba; ha saputo mantenere la calma e ripeto grande conforto sentirsi fra le braccia di un'amica.
Un grazie anche al mio amico che mi ha tenuto sempre con i piedi nella realtà sportiva con i suoi racconti e facendomi compagnia alcune sere di noia.
Un altro supporto, un'altra amica che con lunghe chiacchierate al telefono raccontandoci i nostri infortuni e i nostri tempi da "non posso correre"; una spalla su cui raccontare tutte le vicissitudini giornaliere.
E poi tutte quelle persone che a livello sportivo mi hanno sempre dato un appoggio e non mi hanno fatto mollare.
A tutti i miei amici podisti e bikers che si sono dedicati a scrivermi e a chiedermi come stavo.
Sono fortunata anche per essere riuscita a trasformare questo periodo in un'opportunità per fare cose che forse non avrei mai fatto. Non avrei dato l'opportunità alle persone di conoscermi e ad alcune persone di sedersi accanto a me e chiacchierare senza tempo. Ho scoperto un tesoro nascosto che avevo sotto gli occhi, a portata di mano. Spero di essere di aiuto, di esempio per chi deve affrontare situazioni analoghe. Il chiodo è tratto e si festeggia e si condivide questo punto zero per poi ripartire alla grande, il tutto innaffiato da ottima birra!
Alla vostra, amici!!!!
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