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NY, la mia prima maratona

Il giorno prima della maratona ho gettato la spugna, avendo vissuto finora l'esperienza da aiutante, avrei fatto gestire il tutto dal mio mentore, il Garax!
La sera precedente come da tradizione carboidrato: spaghetti da olive garden in Time Square, porzione abbondante, location figa e abbastanza vicina all'hotel (3 fermate di subway e sarei stata nel mio letto). La cena è stata l'occasione per incontrare il nostro amico Davide Leccese detto Ing (quando la professione ti modifica pure il nome!) e farmi dare gli ultimi consigli anche da lui che aveva già corso svariate volte.

Le paure che mi attanagliavano erano:
Se mi perdo e non riesco a raggiungere il luogo di partenza? Garax sosteneva, a ragione, fosse impossibile.
Se mi perdo lungo il percorso, sbaglio strada e mi squalificano? Garax diceva che sarebbe stato impossibile anche per un cieco... Ed aggiungeva Ely, tutti gli altri vanno dove vai tu, segui gli altri!
E se partendo cado e tutti mi pestano? Garax sosteneva che dopo le 7 piaghe d'Egitto c'era questa mia predizione! 
Infine chiedevo "e se scappa la pipì?" e lì Garax diceva "la fai prima di partire e poi la tieni se no perdi tempo!".

In questo frangente il Garax coach badante si trasformava in coach tiranno! Ad ogni modo, finita la cena subito a casa, lavatina veloce e ultima occhiata agli abiti messi da Garax in ordine di indossamento. È necessario precisare che gli abiti sono stati lungamente pensati e discussi, hanno richiesto piu energia dello studio della legge di bilancio italiana.... iniziamo dall'alto:
Bandana o cappellino, meglio bandana che se c'è vento il cappellino vola.
Maglietta con scritta BETTA OULX ITA, tanto per portare il mio piccolo e splendido paese non solo nel cuore ma anche nel mondo! E poi si sa che sono barotta e ne vado orgogliosa!
Sotto una bella termica lunga che le previsioni, sentite su 6 canali tv per essere certi, erano concordi nel prevedere vento freddo.
Calzine con bandiera americana e le mie ToPo la cui punta ampia lascia muovere le dita e le mie 10 amiche quando cammino amano ballare la tarantella!
Sopra a tutto una vecchia tuta da ginnastica in pile verdone con pantalone a zampa che pareva rubata dall'armadio di Lara Saintpaul tanto era vintage!
Per il posizionamento del pettorale è stato ingaggiato Garax che dopo opportune misurazioni me l'ha attaccato ben visibile sulla pancia!

Il mattino seguente, dopo un'abbondante colazione, Garax mi ha vestita come una sposa il giorno del matrimonio o una scolara il primo giorno di scuola, poi mi ha dato un'ultima occhiata, ha controllato che la fascia addominale fosse carica di gel, barrette, fazzolettini come la cartuccera del colonnello Custer e via verso battery park...
A battery park mi ha lasciata e mi sono sentita sola, come cappuccetto rosso all'ingresso del bosco, dopotutto era un'esperienza nuova e da 21 anni a questa parte non c'è nulla di nuovo che non si affronti insieme. Sul ferry ho socializzato con BB e le sue amiche e sbarcata e salita sul bus ho guardato con invidia le tipe intorno a me che mangiavano gustosi panini home made, io non ci avevo pensato, avevo solo gel e barrette. Scesa dal bus, superati i controlli mi precipito alla green Area dove ero assegnata e seguendo le dettagliate spiegazioni di garax mi dirigo al tendone di donky donuts per mangiare il bagel... Beh erano finiti... Sigh... Solo banane... Lì capisco che la teoria secondo cui il più veloce si alimenta e sopravvive e il lento soccombe vale tuttora!
Un po' delusa mi metto in fila per la pipì, ricordando l'ammonimento del coach "non ti fermare, piuttosto falla addosso, ma senza farti notare che se la fai in giro ti squalificano!!!" Intanto che faccio i miei 58 minuti di coda davanti ai sebac l'altoparlante echeggia: si ricorda che è vietato orinare in gara, chi lo fa sarà squalificato! Intraprendo un discorso interiore con la mia vescica: "ti prego svuotati tutta e io prometto che berrò poco!"

Fatto questo vado al campo, mi tolgo il pantalone della tuta vintage e la giacca la tengo ancora un po' e poi mi metto in coda e mi preparo... Ascolto l'inno con la mano sul cuore, sento lo sparo e via... Si parte... Riuscendo ad evitare una buccia di banana incautamente gettata sul tragitto da un buontempone capisco che la sorte mi è amica, mi metto in modalità "pensa a ciò che ami" e inizio a camminare con il mio passo da bersagliere... Vado, attraverso Brooklyn festosa e colorata, piena di gente di ogni età colore ed estrazione sociale che chiama, sorride, suona e fa festa... Leggo i cartelli home made con cui celebrano questa marea di gambette che si muovono all'impazzata... Attraverso i quartieri e vedo luoghi nuovi, belli e mi riprometto di tornarvi con piu calma, faccio bump con i vigili del fuoco, i poliziotti, anziani e bambini e sorrido, sorrido tanto perché sono tanto felice, sono io, Betta, la bambina con le trecce di Oulx che corre la maratona di NY, chi l'avrebbe mai detto!

Nel mio avanzare, dopo il decimo km e dopo aver mangiato una barretta faccio un'importante scoperta: il pubblico offre cibo x sostenere gli atleti ed è li che la performance si trasforma da prestazione sportiva a prestazione sportivo gastronomica! Il languorino c'è, di gel e barrette non ho voglia e allora assaggio ciò che mi viene porto, nell'ordine ho assaggiato a brooklyn una polpetta forse di melanzane, scambiata a vista x un dolcino, buona! mezzo limone dissetante mangiato in toto, buccia compresa, caramelle gelatinose, biscotti, mezza arancia (no buccia era troppo spessa anche per il roditore affamato che è in me), un pretzel, alcuni mini bounty (avanzati da halloween) e un muffin quando ormai ero a central park!

Insomma mi sono difesa! Il garax quando l'ha saputo è trasalito, non aveva mica visto che porgessero il cibo! Il magico potere della lentezza che ti fa vedere il mondo con occhi diversi! Ho imparato, specializzandomi agli ultimi ristori a bere e sputare, alla fine sapevo orientare il getto come fossi una fontana di las vegas! C'è stato un solo piccolo inconveniente, ad un ristoro dopo le bevande mi hanno passato uno stecco con su una specie di gel trasparenre e io che non so dire di no e soprattutto credo nella bontà del mondo ho creduto si trattasse di una crema spalmabile e ho dato una bella leccata... Era vaselina e mi sono ritrovata con la bocca impastata e scivolosa, difficile da pulire, ma sapeste che labbra morbide dopo!

I quartieri sono scivolati l'uno dietro l'altro, li avevo immaginati dai racconti di Garax: l'allegria di Brooklyn e Williamsburg, il silenzio e la compostezza nel quartiere ebraico con le bambine tutte vestite di nero... Ad un certo punto, prima del Queensborobridge sento una voce familiare, è il mio Garax, mi chiama, mi incita, mi dice che va bene e mi da la carica! Il queensboro lo affronto da montanara, mica mi frega sta salita io vado a passo spedito a Chain du coin! Idem il sovrappasso ed il ponte successivi, ma arrivati al Bronx devo rallentare, ho un attacco di tosse che mi soffoca, sono partita con l'influenza e ora si fa sentire... Non mi fermo ma rallento per prendere fiato e aspetto il primo ristoro per un goccio di acqua... Vedo Harlem... La musica di Gloria Gaynor mi accoglie... Le signore alle finestre sventolano panni colorati... Vedo in fondo le fronde degli alberi di Central Park... Sto arrivando... Mancano circa 6 km... Vai...

Entro in Central Park, faccio la curva e sento una voce "vai Ely... Vai!" è Garax e inizio a correre... L'ultimo miglio e mezzo lo faccio così e... sono arrivata!!!! Che figata!!!! 6 ore 06, chi l'avrebbe mai detto!

Mi incammino, mi faccio mettere il poncho e poi vado dal mio Garax che mi aspetta alla 73ma angolo Columbus... Che bello vederti Garax e grazie per esserci sempre, ti lovvo! (grazie anche per la coca cola che desideravo e tu lo sapevi senza dirtelo!)
 
P.S. Se tu rallenti un po' e io mi velocizzo la prossima maratona potremmo farla insieme, così corriamo vicini, come nella vita.
Ely

maurizio garassino, 11 novembre 2019

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Emozionante.
Luca Utzeri, 11 novembre 2019

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