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Ciao Marco,
l'ultima volta che ci siamo incontrati è stato a gennaio 2017 dove abbiamo presentato anche il tuo libro "Il miglior tempo": è cambiato qualcosa in questi due anni; abitudini, allenamenti, gare, presentazioni...
E' rimasto praticamente tutto uguale; corro circa un'ora / un'ora e mezza tutti i giorni; in autunno ho fatto uno stage in Mozambico di 220 km in 5 tappe; stage a Lanzarote e ormai per il quinto anno lo stage in Marocco all'inizio di Marzo.
Sono invitato a diverse gare e deciderò se e quali correre.
E' difficile confezionare delle domande che non siano banali o chiederti delle cose che non siano già presenti nei tuoi libri, ma proviamoci: parliamo degli albori
Mi piace ricordare che ho lavorato come operaio in una cava e sono andato in pensione; ho sempre corso e mi sono allenato a modo mio, mi piace correre senza assilli non vado cercando sponsor e/o editori; all'inizio avevo Bottero per la fornitura di materiale tecnico.
Le due vittorie all'UTMB?
Si "tribula" sempre ad arrivare fra i primi; certo vincere è un'ambizione di tutti e vince uno solo e ci vuole anche fortuna.
Mi ricordo che il secondo anno (2007) mentre transitavo sul percorso svizzero ero in terza posizione e mi dicevano: "Vai Marco guarda che gli altri due non hanno il tuo passo!" e io pensavo che anche un terzo posto non sarebbe stato così male.
Cosa si prova dopo due vittorie così?
In realtà è come se fosse un sogno, ancora oggi mi sembra impossibile averle vinte.
Ma passiamo a tutt'altro ambiente: il deserto:
Mi ha sempre affascinato come turista e durante qualche vacanza in nord Africa ammiravo il deserto in Algeria, Marocco e poi dopo qualche anno mi ci sono ritrovato a correre.
La Marathon de Sables è una tua "classica"?
Ho partecipato a 22 edizioni e con le altre gare nei deserti del mondo ho percorso circa 9000 km nella sabbia.
La tua prima MDS?
L'ho corsa mentre lavoravo in cava e l'ho preparata alla spicciolata, ho faticato tanto da pensare di fermarmi.
Ma veniamo al tuo ultimo libro, a quando in libreria?
Il 13 settembre.
Come nasce l'idea di questo libro?
Ti ripeto io non cerco sponsor, non cerco editori e se vengo contattato mi rendo disponibile.
Mi hanno proposto, considerando la mia passione e la mia esperienza per la corsa nel deserto, di scrivere un libro proprio sul deserto. Io non sono uno scrittore ma quello che c'è e ci deve essere è il mio pensiero, le mie emozioni e le mie sensazioni sennò non se ne fa nulla.
A cosa occhieggia in particolare?
A differenza di quello precedente (Il miglior tempo) non è un libro tecnico; racconto delle gare, della gestione, degli errori che ho commesso.
Fra un capitolo e l'altro sono inserite anche delle massime. Una fra queste a cui tengo particolarmente più o meno suona cosi: "i sogni sono realizzabili ma nessuno ci ha spiegato che anche gli incubi sono dei sogni"
Ma quindi una volta realizzato un sogno ...gli incubi...
Una grande felicità si accompagna anche ad una grande paura, le cose belle non sembrano vere mentre le cose brutte non le dimentichi e sembrano siano sempre presenti.
In genere dopo le mie gare, le mie vittorie ho incubi frequentissimi.
Che genere di incubi?
Del tipo che non riesco a correre, oppure sogno la cava, gli escavatori, sogno il deserto e mi durano per dei mesi.
Ci siamo persi tra gli incubi e i sogni e stavamo dimenticando di citare il titolo:
CORRERE NEL GRANDE VUOTO
"Nel vuoto" mi fa sorgere una domanda off topic: ma hai mai pensato di partecipare ad una maratona internazionale, ad esempio NEW YORK?
Non se ne parla proprio.
Ma per il nero bitume che occorre calpestare?
Ma no! Troppa confusione, troppa gente, non riesci a muoverti, mi sono stufato anche nelle gare in montagna, quelle più blasonate, di stare fermo sui sentieri in coda come al casello in autostrada.
Cosa diversa è alla MDS dove non c'è una traccia specifica e i corridori possono scegliere dove correre dirigendosi, ovviamente, nella stessa direzione.
Torniamo ai deserti che è meglio: in cosa consiste il tuo stage desert training?
Si chiama Marco Olmo Desert Training (MODT) e si svolge in Marocco dal 3 all'11 marzo 2019.
E' rivolto a tutti non necessariamente a chi corre. Si può fare pratica di corsa nel deserto, salire sulla duna più alta.
Si percorrono in media una quindicina di km al giorno ma non sei in autosufficienza; si è guidati e se vuoi fare più chilometri puoi percorrere le dune tenendo sempre a vista il gruppo. Ci sono inoltre delle jeep di supporto. Nel mese di marzo il clima è favorevole e non fa caldissimo.
Sono compresi la pensione completa e per chi è interessato l'iscrizione alla gara di corsa a Merzouga (30km / 15km).
Interessante vedere "i locals" come sono veloci.
Per il futuro (basta parlare di sogni!) hai qualcosa in programma?
Vorrei poter correre, corricchiare ancora per qualche anno, ma sono soddisfatto: ho girato il mondo, ho corso dove volevo.
Ma noi corriamo o fuggiamo?
Tutti fuggono da qualcosa (cit. Marco Olmo)
Grazie Marco e alla prossima magari a chiacchierare su una duna!
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