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Un mese e mezzo fa, mi ritrovo a fare una Mezza Maratona a Vinovo, un po' perché arrivare 118esimo su 224 al MonteRosa, quando pensavo di arrivare ultimo (allenandomi solo due volte cacate in Collina), m'aveva gasato e un po' perché una Mezza su asfalto per chiudere 'sto 2019 maledetto, avrei dovuto farla, non c'è anno in cui non faccio almeno una Mezza. Nel tipico stile Runnerbirras, mi alleno solo due settimane prima della gara, e sfiga vuole, che va pure bene. Arrivo in volata e mi rendo conto che ne avrei avuto ancora. Purtroppo non me ne rendo conto solo io, lo nota pure Gian, con me quel giorno (anche perché uno stronzo di pacer a fine gara si ferma a farmi i complimenti "Ottima progressione! Bravissimo!" - ma fatti i cazzi tuoi, chi ti conosce?!).
- Sei in forma Utze, prova la Maratona a novembre - mi dice Gian.
- Ma sei scemo?
Sin da quando ho iniziato a correre, ogni tanto si faceva sentire una vocina dentro di me "Utze mi sento di poter correre una Maratona!". Il problema è che per preparare una Maratona ci vuole tempo (almeno 6 mesi), metodo e forza morale. Tutte cose che io non ho. Come dice spesso un mio amico che corre con me "Tu Utze hai un potenziale enorme, il problema è che sei anche una testa di cazzo enorme". Per quello stimo tantissimo il vecchietto o la donna sovrappeso che riescono a portarla a termine una maratona, sacrificando magari un anno della loro vita, allenandosi quasi tutti i giorni. Loro sì che hanno una forza interiore che manco i più veloci podisti del mondo hanno.
In realtà c'ho provato 3 volte in questi anni a preparare una Maratona. Ma causa impegni lavorativi, sbronze, crisi depressive, infortuni al solito ginocchio, ho sempre fallito. Mai presentato neanche ai nastri di partenza, mai superati i 34 km in allenamento senza crollare.
- Utze quest'anno ce la fai! In questi due mesi provi due Lunghi, uno da 30 e uno da 35 km. E poi la provi, senza dirlo a nessuno, mal che vada sei a Torino, ti prendi un taxi e torni a casa. E nessuno saprà mai nulla del fallimento. -
Sto per dirgli - ma sei coglione? - poi però mi ricordo che Gian, anche se veloce, è comunque un omone tutto muscoli che potrebbe legnarmi, allora svio il discorso sulla figa.
Passano i giorni e provo a non pensare a quello che m'ha detto Gian, anzi, seguo Gabriel in due Trail, le gare che ormai preferisco, nella natura, senza pensare ai tempi, solo a divertirti. Sfiga vuole, anche qui, che il mio ginocchio, seppur sollecitato, resista e mi faccia fare, in entrambe le gare, bella figura.
Una mattina, dopo una serata che ricordo poco, coi sensi di colpa comincio a pensare "ma sì dai Utze, proviamo un lungo da 30 km, due anni fa li sapevi fare no? Datti una regolata anche nel bere mentre ci sei." Ne faccio 31, il ginocchio tiene bene, la gamba pure.
Allora mi dico "va bene, prendiamo la tabella che usavamo per preparare una maratona e vediamo". È di 30 settimane. Calcolo che da quando ho fatto la Mezza a Vinovo, a quando ci sarà la Maratona di Torino, passano 11 settimane, e sono indietrissimo. Straccio la tabella e provo il lungo da 35 km. Ne faccio 36. Ma questa volta è una sofferenza, tre ore e mezza di pioggia, col ginocchio che fa male dall'inizio alla fine. Trascorro la settimana successiva (quella appena passata) col ghiaccio sul ginocchio, subito dopo ogni allenamento. Sono combattuto insomma, passo da giornate in cui un amico mi gasa
- Te ne mancavano solo 6 di km per arrivare a 42. E se stringessi i denti? -
A un altro amico invece - Lascia perdere! 42 km sull'asfalto non sono 36 nello sterrato della Corona Verde. Te lo distruggi per sempre quel ginocchio. -
Nel mentre le endorfine mi fanno brutti scherzi e vedo scritto "Maratona" ovunque mi giri (tra i necrologi?!) e tutti (donne, bambini) mi ricordano le sembianze di Gian (sono sicuro di aver sentito un bimbo zingaro dirmi "Utze Maratona, peffavore amigo").
Non so per niente cosa fare e mancano solo due settimane (una settimana, contando che le iscrizioni chiudono questa). Fino a ieri sera.
Sto parlando con una mia amica, dei nostri soliti piccoli grandi problemi esistenziali, finché mi fa:
- Utze, mi sento una Maratona!
- EEEEH?! Che hai detto?!
- Ho detto, mi sento una battona...
- Ah! OK! Meno male, pensavo peggio!
- Come "meno male"? Come peggio?! -
Al momento dei saluti però, mi dice una cosa
- Sai Utze, non so dove ho letto questa cosa, che la nostra età è quella di passaggio dall'età in cui diciamo speranzosi "Nella mia vita farò questo, farò così!" all'età in cui diciamo sconfortati "Nella mia vita non ho fatto quello, ormai è andata così" -
La prendo e la bacio sulla fronte dicendole "GRAZIE!".
- Grazie perché sono una battona?
- Anche! Tvb.
Oggi mi sono svegliato e mi sono iscritto alla Maratona di Torino del 24 novembre.
PS Sinossi per chi non avesse voglia di leggere tutto: tento una Maratona con più probabilità di fallimento che di successo, sono felice per questo, mi sto allenando seriamente da un mese, ho un'amica battona ma dolcissima. (Forse la sinossi avrei dovuto scriverla all'inizio e non alla fine. Ormai!)
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