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Sono un runner emotivo e forse, proprio per questo, sono un runner lento.
2015 - ottobre: Mezza Maratona di Amsterdam, quando tutti i medici mi dicevano che non potevo più correre. Avevano ragione, al 5 km il ginocchio si blocca. Mi butto sul marciapiede, strappo il pettorale e piango. Per fortuna Amsterdam sa come consolarmi.
2019 - luglio: Monte Rosa Walser Trail, impreparato, arrivo quasi un'ora prima del previsto, con le mie amiche del cuore a farmi il tifo, sotto un temporale tremendo che per fortuna nasconde le mie lacrime.
2016 - luglio: Stra-Livigno, la mia prima Mezza Maratona di montagna. Dopo una notte in tenda, sotto la neve, arrivo al traguardo con Simo che mi incita bestemmiando e mi fa piangere.
2018 - aprile: Mezza Maratona di Asti, all'arrivo nella pista di atletica, ho un tifo da stadio da parte dei miei amici, mi gasa così tanto che supero 5 avversari nell'ultima curva della pista e mi commuovo.
2018 - maggio: Royal Half Marathon, arrivo all'ultimo km sotto la pioggia e zoppicando, penso di mollare. Ma mi appare Elisa, fradicia pure lei, ad aspettarmi, "Vai Utze!". Piango e arrivo.
2017 - luglio: Enego-Marcesina, torno a correre una Mezza in montagna dopo un lungo infortunio, gli incitamenti di Pippo e Simo all'arrivo non fanno altro che aumentare le mie lacrime.
2016 - ottobre: La30 di Torino, dopo 30 km di fatica e tragedia, ci sono una decina di persone, tra parenti e amici, in via Roma ad aspettarmi. All'arrivo in Piazza Castello, alzo gli occhi al cielo, bestemmio, e piango.
2017 - ottobre: Una corsa da Re 21 Km, faccio il record ma all'arrivo non c'è nessuno, almeno nessuno nota le lacrime che mi tolgono la polvere della Mandria dalla faccia.
2016 - ottobre: Bilbao Night Half Marathon, sarà che è notturna, sarà che è la prima Mezza di Fabio (per nulla preparato), sarà che 'sti baschi il tifo lo sanno fare, ma ogni bimbo di Bilbao che mi incita e mi dà il cinque è un pianto.
2018 - luglio: Primiero Dolomiti Marathon, 26 km tra i monti, forse la più faticosa di tutte, piango perché neanche io pensavo di farcela.
2017 - novembre: La Mezza che Vale, mancano 800 metri e sto per scoppiare. All'ultima salita del Valentino spunta mio padre "Non puoi mollare adesso Luca! Andiamo!". Mi prende sotto braccio e per qualche metro si dimentica di avere il Parkinson, corre con me in salita, io lo guardo, scatto e piango, molto (il più bell'arrivo della mia vita).
Ieri mio nipote ha fatto il suo primo allenamento di corsa. Andava così forte ("Questo è un fenomeno" allenatore bimbi dixit) che oggi s'è alzato con la febbre. Neanche una lacrima, quel tenero biondino è più uomo di me.
Da lui, un bimbo, ho imparato che piangere non serve a nulla, se hai le forze per piangere vuol dire che potevi andare più forte. Domenica alla Mezza Maratona di Vinovo non piangerò. Forse.
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