Metti un sabato nel primo pomeriggio...
Un diluvio che non mi impedisce di prepararmi per il mio allenamento che prevede una ventina di chilometri collinari , vallonati e quale migliore destinazione se non la tagliafuoco del Musiné per due volte.
prima di salire in auto incontro il mio amico vicino di portone ,ahimè , in carrozzella :
Io: Ciao L
L: ciaoooo come stai?...
io: tutto bene
L : maaaa dooooove vai?
Scatta in me un forte imbarazzo e bypasso ma dove vai tu con quel cappellino del Milan ? (#permeilcalciononesiste ndr)
L: vado al centro diurno
Battiamo il cinque a nostro modo , ci diciamo alla prox e mi defilo in auto.
Da questo momento entro in un'altra dimensione non mi accorgo di arrivare a Caselette, di parcheggiare , del diluvio e di aver iniziato a correre.
Sono fortunato perché POSSO fare quello che mi piace!
A casa mentre mi preparavo avevo ordinato nella mia testa alcuni concetti da approfondire circa qualche piccolo problema, qualche difficoltà , qualche irrisoria delusione che la vita ti chiede di affrontare , ma il tutto svanisce e mi sento fortunato perché POSSO fare quello che mi piace!
Il mio incontro con L occupa i miei pensieri .oggi le salite , le discese , il piano hanno lo stesso valore e la fatica non si sente , niente fc , niente passo , niente cadenza , niente km , continuo a correre e decido di raccontargli quello che non ho il coraggio di raccontargli. Lui é stato uno sportivo e gli piacerebbe sguazzare nel fango, correre sotto una pioggia battente, avere le mani congelate.
Una mente lucida in un corpo anarchico . Magari un giorno gli scriverò quello che idealmente gli ho raccontato in queste due ore dove niente e nessuno mi ha svegliato , mi ha distolto dal mio racconto, ho continuato a correre senza rendermi conto , doppiando la tagliafuoco e arrivando al parcheggio.
Entro in auto e i brividi di freddo mi fanno tornare alla realtà.
Grazie L per avermi accompagnato.

orco smigol, 02 agosto 2018